Due piani distinti, a rappresentare la suddivisione delle classi sociali. In alto figure esili, avvolte dalla luce, che passeggiano eleganti, erette. In basso, corpi sgraziati, che si muovono in una buia galleria. Non c'è possibilità di migliorare il proprio status, la linea di demarcazione è netta e non ha aperture. L'artista era molto sensibile ai temi sociali e alle disuguaglianze.
In un atteggiamento di preghiera, il soggetto principale vede la sua parte più intima uscire da se stesso.
Così può osservarla e analizzarla profondamente.
Sono rappresentati 7 volti-maschera, aggrappati uno sull'altro, sospesi nel tempo. Non si vedono bocche ma solo occhi neri, che li fanno sembrare simili a teschi.
Il colore rosso che li "sporca" ci ricorda gli orrori della guerra.
Era il 1948 e le sofferenze passate erano ancora vivide e penose.
L'Artista esprime la sua profonda angoscia di esistere.
I pensieri che si affollano alla mente sono come teste senza vita, che fluttuano in una dimensione surreale che altro non è che puro subconscio.
"Le Saline di Cervia" è un’opera dall’atmosfera cupa e misteriosa, in cui l’orizzonte paesaggistico si dissolve quasi nell’evanescenza.
Attraverso pennellate cariche di trasporto, l’artista ha espresso le brutture della visione che ha del mondo a sé stante, segnato dai profondi cambiamenti apportati nella sua epoca dalle guerre, dal consumismo e dalla perdita dell’individualità.
Le saline, tradizionalmente simbolo di prosperità, diventano qui una metafora delle trasformazioni che inarrestabili affliggono una società non ancora pronta al cambiamento.
"Gattavecchia ha vissuto le guerre e le profonde crisi che hanno sconvolto il Novecento, secolo in cui l’individualismo degli artisti giunge al culmine.
Le sue opere narrano di violenza, paura, solitudine, incomunicabilità, emarginazione.
Espressionista alla Munch, la donna emerge dal buio, marcata dalla luce diafana e con lo sguardo rassegnato nel vuoto: eppure quelle rosse labbra carnose non ne celano la bellezza e la passionalità.”
Vittorio Sgarbi
L'Artista si è dedicato per tutta la vita, sia alla pittura che alla scultura.
Spesso raffigurava nei dipinti la profondità e il volume propri della scultura che poi avrebbe realizzato.
"Cinque volti maschili realizzati con il solo uso di colori bruni si stagliano su una superficie monocromatica. Quattro sono più vicini e soltanto uno, quasi come una figura di quinta, si presenta di profilo, con la bocca dischiusa.
Colpisce la scelta di rappresentare gli occhi socchiusi, nell'esplicita volontà di non creare empatia, nè suggerire un rapporto con il fruitore esterno della tela.
La mancanza di comunicazione e l'indifferenza intercorre anche tra i cinque personaggi: sono vicini, ma ognuno è chiuso in se stesso, nel proprio muto egoismo.
Presentati con estrema stilizzazione formale e tipizzati come fossero maschere, questi volti divengono simboli dell'alienazione e dell'isolamento che attanaglia la società contemporanea."
Per Gattavecchia le bottiglie rappresentavano le persone.
Le vedeva come contenitori ora bianchi, ora neri, ma sempre impenetrabili, misteriosi, sospesi nel tempo e nello spazio.
L' Artista è stato capace di lasciarci dei segnali molto importanti del suo rapporto umano, in opere come questa, che è un notevole ritratto di grande forza. (Prof. Vittorio Sgarbi).
Anche qui, benché tornino degli elementi fisionomici ad individuare il soggetto, prevale sempre il senso di introspezione nella pennellata complessa, nella sintesi accentuata, nell’insistere sulla monocromia.
Un sentimento forte pervade questo volto che evita lo sguardo, come se non volesse mostrare la sofferenza interiore.
Quando l'Artista ha realizzato questo dipinto, aveva 84 anni ed era già ammalato.
Egli percepisce la sua fine prossima e dipinge panorami senza colori, senza presenze, avvolto solo dal grigiore e dal freddo dell'inverno.
Per l' Artista il tema dell'abbandono si fa più straziante e intenso!
In questo dipinto viene trattato il tema dell' omosessualità.
In quegli anni l'omosessualità era ancora vista come devianza o malattia, quindi bisognava nascondersi e viverla esclusivamente in un luogo privato.
Nel dipinto, le due amanti si trovano in un ambiente chiuso dove possono abbracciarsi liberamente.
L'opera rappresenta un paesaggio della sua amata città, Cesena.
Qui l’indagine sulla natura scompare per lasciare spazio all’espressione di un’esistenza, ad una immagine profondamente spirituale nel profilo dell’abitato che si staglia su bagliori smorzati .
Pittore e Scultore